L'oratorio
Don Bosco
Chi siamo
L’Oratorio è:
CASA:
- uno spazio di vita e comunione tra bambini, ragazzi, giovani, educatori, famiglie, animatori, volontari, parroci della città e animatori;
- un luogo dove si condividono i valori dell’educazione, trasmessa attraverso il Vangelo, la solidarietà, l’integrazione sociale, l’incontro, lo sport, la cultura, il gioco e la testimonianza personale;
- un tempo di opportunità dove ci si spende per la formazione umana e cristiana dei ragazzi e dei giovani nell’orizzonte ampio della fede e dell’esperienza di Chiesa con riferimento alla figura di don Bosco e alla sua opera educativa, sociale e spirituale.
CORTILE della città:
- uno spazio sempre aperto ai bambini, agli adolescenti e ai giovani con una presenza adulta attiva e amichevole, senza dimenticare le famiglie e gli anziani;
- un terreno chiamato costantemente a rinnovarsi nella sua vocazione di accoglienza a tutti;
- un campo pronto ad ascoltare e assumere la sfida educativa che sempre accompagna le trasformazioni della società.
- Una missione e un orizzonte condiviso, perseguito dalle comunità parrocchiali della città che, insieme, si impegnano con gioia a vivere.
Una missione e un orizzonte condiviso, perseguito dalle comunità parrocchiali della città che, insieme, si impegnano con gioia a vivere.
Il metodo educativo
Il metodo dell’Oratorio “don Bosco” è condividere giorno per giorno, pazientemente, la vita con la gente di ogni età, soprattutto con le giovani generazioni, man mano che crescono. L’Oratorio è un’opera della comunità a servizio di tutti, dei più giovani soprattutto, ma anche degli anziani. Tutti sono riconosciuti nella loro dignità umana e nella loro vocazione-dono di figli di Dio e accettati nella concretezza del loro essere e delle loro esigenze. Inoltre, l’incontro comunità/giovani nell’accoglienza tende a processi identificativi legati non al ragionamento astratto, al convincimento attraverso la forza delle idee, legati invece al fatto che la persona si riconosce progressivamente in qualcosa, in un ambiente, in alcune persone, in una comunità. L’Oratorio sceglie la strada dell’accoglienza, dell’ambiente, dell’incontrarsi, attraverso il metodo preventivo e il metodo esperienziale. Per questo, l’Oratorio ha bisogno di attivare percorsi di partecipazione, invitando tutti a far parte di una comunità educativa, spostando l’accento dalla massa come quantità di persone, a massa come qualità di proposta, perché tutti ci si sentano interpellati. È fondamentale, quindi, che l’Oratorio diventi laboratorio di comunicazione educativa. Questo richiede di riconoscere da parte dell’educatore la richiesta di comunicare che parte da ogni persona per il solo fatto che si presenta all’Oratorio; da parte delle persone la necessità di chiarire il senso dell’invocazione che la sua presenza all’Oratorio manifesta. In secondo luogo richiede di accettare da ambo le parti, educatore e fruitori dell’Oratorio: la diversità di partenza, la voglia di comunicare nel cammino che si fa, il proposito di scambiare: dare e ricevere, il rinnovamento in conclusione. Con una sola parola tutti questi aspetti possono essere chiamati con il termine patto educativo.


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I patti educativi
Chi abita l’oratorio, sia in forma singola che in forma associata, sceglie di:
- METTERE AL CENTRO DEL PROCESSO EDUCATIVO LA PERSONA, per far emergere la sua specificità e la sua capacità di essere in relazione con gli altri, contro la cultura dello scarto;
- ASCOLTARE LE GIOVANI GENERAZIONI, per costruire insieme un futuro di giustizia e di pace, facendosi carico dei loro sogni e delle loro paure, cercando di aprire prospettive di crescita e di risolvere problematiche emergenti;
- PROMUOVERE LA DONNA, favorendo la piena partecipazione delle bambine e delle ragazze alle attività sportive, culturali e ricreative;
- RESPONSABILIZZARE LA FAMIGLIA, vedendo nella famiglia il primo e indispensabile soggetto educatore, creando con i genitori dei momenti di condivisione del percorso formativo;
- EDUCARE ALL’ACCOGLIENZA, aprendosi ai più vulnerabili ed emarginati, perché tutti possano fare dello sport, della cultura e della comunità dei linguaggi e dei luoghi in cui imparare ad esprimere i propri talenti.

Titolo
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